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Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, ha un cuore antichissimo che giace in riva al mare ed un cuore nuovo sulla collina. Ricostruirne le vicende dal IX al XVI secolo, appare impresa difficile ma non vi è alcun dubbio che tali notizie sono legate alla storia del Castrum Roccellae. Significativo ai fini della ricostruzione storica è la distinzione, nel periodo feudale, dei termini Castello e Casale, il primo è una fortezza con compiti di difesa, il secondo presuppone l’esistenza di una comunità e di un centro abitato. Molti studiosi hanno sostenuto l’origine araba, pre feudale del Casale di Roccella, ma tale tesi non può ritenersi fondata dal punto di vista storico essendo recenti le origini del Comune di Campofelice di Roccella. Michele Amari, nella sua Storia dei mussulmani di Sicilia, riferisce di una che al- Idrisi « ( …. ) pone sulla costiera fra Termini e Cefalù una Sahrat al-Harir, o al-Hadid, che significherebbe la rupe della seta o del ferro, valida fortezza al suoi tempi, ch’è il Castrum Roccellae dei Diplomi siciliani del medioevo, ed oggi ne rimangono le vestigia ed il nome di Roccella, il quale si dà anco ad un piccolo villaggio dentro terra, detto altrimenti Campofelice». Il Castello – Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri. Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo. Tuttavia, intorno al Castello - Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. Fra il 1574 ed il 1576, relativamente alla attività dei Tappeti , nel feudo di Roccella si svolgeva una non indifferente, attività lavorativa, così da richiamare di un rilevante numero di uomini, villani, ma anche borghesi dalle zone vicine. Non esisteva però nessun Casale. La prima volta che Roccella compare come Casale baronale è nel censimento del 1714. Fondamentale è la lettura della “Licentia Populandi”, concessa dal Re di Spagna Carlo II al Principe Don Gaspare La Grutta : vi si legge che i Comuni già esistenti da tempo, come Collesano, Termini e Cefalù, si opposero presso il tribunale della Regia Magna Curia perchè non si concedesse al La Grutta la licenza di fabbricare la nuova terra poichè essa poteva essere loro di pregiudizio. Il ricorso non fu però accolto ed il Principe fu autorizzato a fondare il Casale.


Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, ha un cuore antichissimo che giace in riva al mare ed un cuore nuovo sulla collina. Ricostruirne le vicende dal IX al XVI secolo, appare impresa difficile ma non vi è alcun dubbio che tali notizie sono legate alla storia del Castrum Roccellae. Significativo ai fini della ricostruzione storica è la distinzione, nel periodo feudale, dei termini Castello e Casale, il primo è una fortezza con compiti di difesa, il secondo presuppone l’esistenza di una comunità e di un centro abitato. Molti studiosi hanno sostenuto l’origine araba, pre feudale del Casale di Roccella, ma tale tesi non può ritenersi fondata dal punto di vista storico essendo recenti le origini del Comune di Campofelice di Roccella. Michele Amari, nella sua Storia dei mussulmani di Sicilia, riferisce di una che al- Idrisi « ( …. ) pone sulla costiera fra Termini e Cefalù una Sahrat al-Harir, o al-Hadid, che significherebbe la rupe della seta o del ferro, valida fortezza al suoi tempi, ch’è il Castrum Roccellae dei Diplomi siciliani del medioevo, ed oggi ne rimangono le vestigia ed il nome di Roccella, il quale si dà anco ad un piccolo villaggio dentro terra, detto altrimenti Campofelice». Il Castello – Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri. Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo. Tuttavia, intorno al Castello - Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. Fra il 1574 ed il 1576, relativamente alla attività dei Tappeti , nel feudo di Roccella si svolgeva una non indifferente, attività lavorativa, così da richiamare di un rilevante numero di uomini, villani, ma anche borghesi dalle zone vicine. Non esisteva però nessun Casale. La prima volta che Roccella compare come Casale baronale è nel censimento del 1714. Fondamentale è la lettura della “Licentia Populandi”, concessa dal Re di Spagna Carlo II al Principe Don Gaspare La Grutta : vi si legge che i Comuni già esistenti da tempo, come Collesano, Termini e Cefalù, si opposero presso il tribunale della Regia Magna Curia perchè non si concedesse al La Grutta la licenza di fabbricare la nuova terra poichè essa poteva essere loro di pregiudizio. Il ricorso non fu però accolto ed il Principe fu autorizzato a fondare il Casale. Torre Roccella. Dietro monte San Calogero.
Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, ha un cuore antichissimo che giace in riva al mare ed un cuore nuovo sulla collina. Ricostruirne le vicende dal IX al XVI secolo, appare impresa difficile ma non vi è alcun dubbio che tali notizie sono legate alla storia del Castrum Roccellae. Significativo ai fini della ricostruzione storica è la distinzione, nel periodo feudale, dei termini Castello e Casale, il primo è una fortezza con compiti di difesa, il secondo presuppone l’esistenza di una comunità e di un centro abitato. Molti studiosi hanno sostenuto l’origine araba, pre feudale del Casale di Roccella, ma tale tesi non può ritenersi fondata dal punto di vista storico essendo recenti le origini del Comune di Campofelice di Roccella. Michele Amari, nella sua Storia dei mussulmani di Sicilia, riferisce di una che al- Idrisi « ( …. ) pone sulla costiera fra Termini e Cefalù una Sahrat al-Harir, o al-Hadid, che significherebbe la rupe della seta o del ferro, valida fortezza al suoi tempi, ch’è il Castrum Roccellae dei Diplomi siciliani del medioevo, ed oggi ne rimangono le vestigia ed il nome di Roccella, il quale si dà anco ad un piccolo villaggio dentro terra, detto altrimenti Campofelice». Il Castello – Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri. Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo. Tuttavia, intorno al Castello - Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. Fra il 1574 ed il 1576, relativamente alla attività dei Tappeti , nel feudo di Roccella si svolgeva una non indifferente, attività lavorativa, così da richiamare di un rilevante numero di uomini, villani, ma anche borghesi dalle zone vicine. Non esisteva però nessun Casale. La prima volta che Roccella compare come Casale baronale è nel censimento del 1714. Fondamentale è la lettura della “Licentia Populandi”, concessa dal Re di Spagna Carlo II al Principe Don Gaspare La Grutta : vi si legge che i Comuni già esistenti da tempo, come Collesano, Termini e Cefalù, si opposero presso il tribunale della Regia Magna Curia perchè non si concedesse al La Grutta la licenza di fabbricare la nuova terra poichè essa poteva essere loro di pregiudizio. Il ricorso non fu però accolto ed il Principe fu autorizzato a fondare il Casale. Piazza di Campofelice di Roccella dove ogni anno ospita numerosi cantanti e gruppi musicali provenienti da tutto il mondo.
Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, ha un cuore antichissimo che giace in riva al mare ed un cuore nuovo sulla collina. Ricostruirne le vicende dal IX al XVI secolo, appare impresa difficile ma non vi è alcun dubbio che tali notizie sono legate alla storia del Castrum Roccellae. Significativo ai fini della ricostruzione storica è la distinzione, nel periodo feudale, dei termini Castello e Casale, il primo è una fortezza con compiti di difesa, il secondo presuppone l’esistenza di una comunità e di un centro abitato. Molti studiosi hanno sostenuto l’origine araba, pre feudale del Casale di Roccella, ma tale tesi non può ritenersi fondata dal punto di vista storico essendo recenti le origini del Comune di Campofelice di Roccella. Michele Amari, nella sua Storia dei mussulmani di Sicilia, riferisce di una che al- Idrisi « ( …. ) pone sulla costiera fra Termini e Cefalù una Sahrat al-Harir, o al-Hadid, che significherebbe la rupe della seta o del ferro, valida fortezza al suoi tempi, ch’è il Castrum Roccellae dei Diplomi siciliani del medioevo, ed oggi ne rimangono le vestigia ed il nome di Roccella, il quale si dà anco ad un piccolo villaggio dentro terra, detto altrimenti Campofelice». Il Castello – Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri. Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo. Tuttavia, intorno al Castello - Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. Fra il 1574 ed il 1576, relativamente alla attività dei Tappeti , nel feudo di Roccella si svolgeva una non indifferente, attività lavorativa, così da richiamare di un rilevante numero di uomini, villani, ma anche borghesi dalle zone vicine. Non esisteva però nessun Casale. La prima volta che Roccella compare come Casale baronale è nel censimento del 1714. Fondamentale è la lettura della “Licentia Populandi”, concessa dal Re di Spagna Carlo II al Principe Don Gaspare La Grutta : vi si legge che i Comuni già esistenti da tempo, come Collesano, Termini e Cefalù, si opposero presso il tribunale della Regia Magna Curia perchè non si concedesse al La Grutta la licenza di fabbricare la nuova terra poichè essa poteva essere loro di pregiudizio. Il ricorso non fu però accolto ed il Principe fu autorizzato a fondare il Casale. Cefalù. Bellissima cittadina a 12 Km da Case Vacanze Marenostrum. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la provincia; nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae milioni di turisti provenienti da ogni parte della Sicilia e anche, in genere, da tutta l'Italia ed Europa. Nel periodo estivo la popolazione arriva anche a triplicarsi, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese. La cittadina, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de I borghi più belli d'Italia, ossia un'esclusiva associazione di piccoli centri italiani che si distinguono tra l'altro per grande interesse artistico, culturale e storico.